2021.10.12 la repubblica
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L’autoantologia dei testi più significativi di 50 anni di musica di Roberto Vecchioni, con il commento di Massimo Germini – suo storico chitarrista – e del semiologo Paolo Jachia.
L’idea del libro nasce durante il ciclo di lezioni tenute da Roberto Vecchioni all’Università di Pavia durante il corso di “Forme di poesia in musica”, durante il quale Massimo Germini e Paolo Jachia, suoi collaboratori e autori del libro, gli hanno chiesto di parlare anche delle sue canzoni e non solo di quelle degli altri cantautori. Germini e Jachia hanno così sistematizzato, partendo dall’analisi musicale e testuale, gli elementi caratterizzanti della poetica del cantautore. “Non è un’opera, non è un film, non è un romanzo; somiglia più propriamente a un quadro o a un racconto breve. È un’annotazione, la fotografia di uno stato d’animo, un’urgenza descrittiva che ti pulsa dentro e non puoi fare a meno di liberare. È la forma canzone”: Roberto Vecchioni parte da qui, dal “pezzo chiuso” che fin dai tempi antichi si chiama canzone e ha raccolto in sé le emozioni intime e i racconti corali dell’umanità. E poi allarga lo sguardo, percorre la lunga strada che la canzone ha compiuto nei secoli, fino ad arrivare al Novecento, al cabaret, al Club Tenco, alle “canzoni d’urgenza” scritte per altri, allo “sgattaiolare tra i sentimenti comuni” che tante canzonette portano dentro di sé ma anche al fuoco dell’ispirazione che è fatica, ossessione, amorosa dedizione.
Con un testo inedito di Roberto Vecchioni, un’autobiografia in musica.